Lo Stato degli Impianti in Italia:
Sicurezza, Efficienza e Futuro tra Edilizia e Industria
23 Maggio 2025, Milano
La tavola rotonda, organizzata da FME con la partecipazione di esponenti istituzionali, esperti tecnici e associazioni del settore, ha affrontato il tema dello stato degli impianti elettrici in ambito residenziale, commerciale e industriale. Al centro del dibattito: sicurezza, aggiornamento normativo, digitalizzazione e sostenibilità dell’infrastruttura elettrica nazionale.
Un impianto sicuro è una questione di civiltà

Innovazione, Transizione 5.0 e ruolo dell’informazione tecnica:
Massimiliano Cassinelli, Giornalista tecnico
Massimiliano Cassinelli ha raccontato, con toni fortemente realistici, la situazione degli impianti elettrici in contesti industriali, pubblici e privati. Ha portato esempi raccolti durante la sua attività giornalistica, mostrando immagini di quadri elettrici aperti, cavi deteriorati e totale assenza di manutenzione in ambienti produttivi.
Ha affermato che molti infortuni sul lavoro e perfino decessi sono legati a condizioni impiantistiche precarie. Il problema, ha spiegato, è duplice: da un lato l’assenza di obblighi chiari di verifica e aggiornamento; dall’altro, una diffusa indifferenza verso i rischi che gli impianti obsoleti comportano.
Cassinelli ha lanciato una proposta concreta: subordinare gli incentivi alla certificazione di sicurezza dell’impianto elettrico. In questo modo si potrebbe stimolare una modernizzazione reale e non solo estetica dei sistemi produttivi. Ha anche suggerito di rilanciare il ruolo dei progettisti e degli installatori come garanti della qualità, restituendo loro centralità nella catena del valore. “Un impianto sicuro – ha concluso – non è solo una questione tecnica, è una questione di civiltà.”
La digitalizzazione inizia dal quadro elettrico

Il punto di vista dei progettisti:
Paolo Catti, Politecnico di Milano
Paolo Catti ha offerto una visione strategica sul ruolo degli impianti elettrici come infrastruttura abilitante della digitalizzazione. Ha posto l’accento sulla “invisibilità” del comparto impiantistico: un settore con centinaia di migliaia di addetti che però non trova spazio nell’agenda pubblica e politica.
Secondo Catti, la chiave per aumentare la consapevolezza collettiva è creare un sistema di classificazione accessibile a tutti, simile alla classe energetica degli elettrodomestici, anche per l’impianto elettrico. Questo renderebbe più immediata la comprensione dello stato di obsolescenza e sicurezza.
Inoltre, ha indicato la necessità di infrastrutture resilienti e intelligenti: impianti in grado di comunicare, monitorare e gestire i consumi, garantendo autonomia, sicurezza e sostenibilità.
Per Catti, la casa intelligente non può nascere su un impianto elettrico degli anni Settanta. Ha inoltre sottolineato l’importanza di mantenere il controllo dei dati energetici in mano a soggetti pubblici o regolamentati, evitando derive speculative o monopolistiche da parte di attori privati. “La digitalizzazione abitativa – ha detto – parte dal cavo, dal quadro e dalla certificazione.”
Prevenire è meglio che intervenire

La voce dei Vigili del Fuoco:
Calogero Turturici, Comandante Vigili del Fuoco di Milano
Il Comandante Turturici ha riportato l’attenzione sulla drammatica correlazione tra gestione inadeguata di apparecchiature/impianti elettrici e e incendi domestici.
Dalla lettura dei dati statistici pubblicati sull’annuario dei vigili del fuoco 2023 emerge che buona parte degli incendi in ambito residenziale ha origine elettrica, circostanza che dovrebbe far riflettere sulla gravità del problema.
Ha evidenziato come, nonostante le normative tecniche si siano evolute e riguardano sia gli impianti che le apparecchiature, non esistano strumenti efficaci per garantire che vengano applicate negli ambienti di vita.
L’obbligo di manutenzione quinquennale introdotto nel 2021, per esempio, non è sottoposto a verifiche sistematiche da parte di un organo di vigilanza pubblico per l’impossibilità di far fronte ad un numero estremamente elevato di controlli necessari.
Per Turturici è opportuno un cambio di approccio, puntato su una maggiore diffusione della cultura della sicurezza elettrica e, probabilmente attribuendo agli amministratori di condominio un maggior poter di vigilanza sui condomini.
Potrebbe anche risultare utile un sistema premiante per i cittadini che dimostrino di mantenere in condizioni di sicurezza gli impianti tecnologici pericolosi.
Molto si potrebbe fare nel settore del rischio di incendio di natura elettrica con una campagna pubblica di informazione nazionale, visto il successo che queste riscuotono nei settori che sono stati attenzionati.
La sicurezza basata sull’intervento dei vigili del fuoco è parziale (molti oggetti nelle abitazioni che ricordano la storia di ognuno di noi non possono essere salvati); la sicurezza si consegue in miglior modo con la prevenzione, nel senso letterale del termine.
Serve un sistema di monitoraggio attivo degli impianti

La prospettiva della certificazione:
Giorgio Belussi, IMQ
Giorgio Belussi ha portato una visione tecnica e internazionale sul tema della sicurezza e della certificazione degli impianti elettrici. Ha evidenziato come in altri Paesi, dalla Germania alla Cina, siano state adottate soluzioni avanzate per monitorare e certificare lo stato degli impianti, anche attraverso tecnologie digitali e sistemi di verifica ciclica.
Ha ricordato che il caso Grenfell Tower, in Inghilterra, è l’emblema di quanto possa essere devastante sottovalutare i rischi elettrici negli edifici. In Italia, ha detto, manca una cultura della verifica e della manutenzione periodica. Le certificazioni ci sono, ma sono statiche e spesso inefficaci nel tempo.
Belussi ha proposto l’introduzione di un sistema di monitoraggio attivo, che preveda controlli periodici obbligatori e tracciabilità digitale dello stato dell’impianto. Inoltre, ha suggerito di partire dalla scuola per diffondere cultura della sicurezza elettrica: “non possiamo pensare di intervenire solo sugli adulti; serve educazione tecnica anche nei percorsi scolastici”. Ha concluso sottolineando il ruolo fondamentale degli organismi di certificazione nel garantire qualità e fiducia lungo tutta la filiera.
Serve una nuova cultura dell’impianto elettrico

Esperienza e visione prospettica:
Roberto Martino, Presidente Prosiel
Roberto Martino ha incentrato il proprio intervento sulla necessità di diffondere la consapevolezza nelle persone sull’importanza che ha l’infrastruttura elettrici nelle abitazioni.
L’efficientamento e l’elettrificazione del patrimonio edilizio è indubbiamente un passaggio fondamentale e imprescindibile per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, ed è senza dubbio una opportunità che il paese deve cogliere per ammodernare il patrimonio edilizio esistente, soprattutto se consideriamo che in Italia oltre il 60% dei nuclei familiari vive in abitazioni costruite prima del 1980, e che tre quarti del patrimonio edilizio necessiterebbero di interventi di riqualificazione energetica, essendo classificati in Classe F o G. Un percorso complesso che rappresenta anche un’opportunità per affrontare tematiche fino ad oggi in Italia largamente sottovalutate e irrisolte che riguardano l’infrastruttura elettrica.
Nonostante il ruolo centrale per sviluppare l’ecosistema tecnologico delle abitazioni, sono ancora troppi gli impianti residenziali non a norma e molto pochi sono gli utenti coscienti dell’importanza che ha l’impianto elettrico all’interno delle abitazioni. Mancano regole per la manutenzione e la verifica periodica degli impianti e molte case non possiedono un impianto elettrico adeguato né in termini di sicurezza, né in termini di efficienza e funzionalità.
Secondo Martino serve una visione strategica e la presa di coscienza che, se l’infrastruttura elettrica è la componente abilitante, non possiamo pensare di elettrificare gli edifici senza considerare che le infrastrutture esistenti non sono adeguate. E’ necessario avviare una campagna di sensibilizzazione per creare una nuova cultura dell’infrastruttura elettrica che aumenti la consapevolezza che un impianto a norma, correttamente manutenuto ed evoluto è un vantaggio sia in termini di fruibilità che di valorizzazione delle abitazioni. E’ una sfida da affrontare per costruire un paese che mette al centro la sostenibilità “sociale, ambientale ed economica”.
L’impianto elettrico è la base della transizione

Il punto di vista della distribuzione e del comparto elettrico:
Paolo Ferrari, Vicepresidente FME
Paolo Ferrari ha offerto una visione prospettica sul ruolo strategico dell’impianto elettrico nel contesto dell’efficienza energetica e della digitalizzazione dell’abitare.
Ha lamentato la cronica sottovalutazione dell’impianto elettrico nelle politiche pubbliche, dove si parla di sostenibilità e smart building senza partire dalla base tecnologica su cui tutto poggia.
Ha proposto di partire dalla Regione Lombardia per lanciare un modello che preveda la classificazione dell’impianto, l’integrazione nella valutazione immobiliare e la patrimonializzazione dell’adeguamento.
Secondo Ferrari, per attivare questo cambiamento servono norme semplici, incentivi mirati e, soprattutto, una nuova consapevolezza tra cittadini e operatori. Ha insistito sul fatto che un impianto elettrico moderno non è solo una questione di sicurezza, ma una condizione abilitante per ogni evoluzione tecnologica dell’edificio: dall’automazione all’efficienza, dalla gestione energetica ai servizi digitali.
Ha chiuso affermando che senza questo passaggio culturale e operativo, ogni tentativo di transizione resterà incompiuto.
La politica riconosce l’urgenza degli impianti

Saluti istituzionali e visione politica:
On. Giulio Gallera, Presidente Commissione Speciale PNRR – Regione Lombardia
Giulio Gallera ha presentato una riflessione articolata sul ruolo delle istituzioni nella gestione delle trasformazioni energetiche, con particolare attenzione alla qualità degli impianti elettrici.
Ha ammesso che prima del coinvolgimento con FME non era realmente consapevole della gravità della situazione impiantistica italiana.
Pur riconoscendo che molto è stato fatto sul fronte della transizione ecologica, Gallera ha denunciato il fatto che l’adeguatezza e la sicurezza degli impianti elettrici siano stati finora del tutto ignorati dal dibattito politico.
Il suo intervento ha sottolineato la necessità di costruire una narrazione condivisa tra mondo tecnico e mondo politico, così da portare sul tavolo delle istituzioni una visione integrata che tenga conto della sostenibilità, ma anche della sicurezza e dell’efficienza infrastrutturale.
Gallera ha invitato il settore a proporre soluzioni praticabili e sostenibili, anche sul piano finanziario, in modo da non scaricare i costi sugli utenti finali.
Ha lanciato la proposta di un lavoro congiunto per elaborare strumenti normativi e incentivi per l’adeguamento degli impianti esistenti.
Il suo impegno è stato chiaro: farsi promotore presso la Regione Lombardia di una sperimentazione concreta, che possa poi essere replicata a livello nazionale.
Dalla tavola rotonda sono emerse le seguenti richieste al mondo politico:
- Censimento degli impianti elettriciin Regione Lombardia come progetto pilota per misurare lo stato reale delle abitazioni.
- Obbligo per gli amministratori di condominiodi richiedere dichiarazioni di conformità o manutenzioni certificate.
- Campagna nazionale di comunicazione pubblica(sulla scia della sicurezza stradale o lavoro) per promuovere la cultura della sicurezza domestica.
- Sistema di classificazione degli impianti(sul modello delle etichette energetiche).
- Premialità/incentivi per imprese e cittadiniche aggiornano e certificano gli impianti, anche nel contesto dei bonus edilizi.
- Ruolo attivo delle assicurazioni: premi più bassi per chi ha impianti certificati e controllati.
- Norme di formazione per progettisti e manutentori, mirate e obbligatorie (crediti formativi qualificati).
- Un piano nazionale di comunicazione sistemicache coinvolga tutta la filiera: produttori, distributori, installatori, progettisti, amministratori e consumatori.
Rivoluzione elettrica: la necessità di sicurezza e efficienza per il futuro degli impianti

Il punto di vista della distribuzione e del comparto elettrico:
Ezio Galli, Presidente FME e Vicepresidente PROSIEL
Ezio Galli ha esposto il proprio punto di vista nella tavola rotonda, evidenziando che il settore elettrico sta vivendo una profonda trasformazione dettata dalla crescente elettrificazione dei consumi. Tuttavia, questa rivoluzione rischia di poggiare su fondamenta fragili: una rete impiantistica vecchia, spesso inadeguata, e priva di controlli sistematici. Ha evidenziato l’incoerenza di un sistema che consente l’aumento della potenza nelle abitazioni senza richiedere un certificato di conformità o una verifica tecnica. FME, ha ricordato, sta lavorando da tempo per portare all’attenzione delle istituzioni il bisogno di un piano strutturato per il controllo e l’ammodernamento degli impianti. Galli ha richiamato la responsabilità dell’intera filiera – dai progettisti agli installatori, fino agli utenti finali – nella costruzione di una nuova cultura dell’impianto elettrico. Una cultura che metta al centro la sicurezza e l’efficienza come prerequisiti per ogni politica energetica. Ha anche suggerito che l’introduzione di incentivi mirati, collegati alla certificazione dell’impianto, potrebbe attivare un circolo virtuoso in grado di rilanciare il mercato in modo sano e strutturale.

FME accende i riflettori su futuro degli impianti elettrici in Italia
Tavola Rotonda “La salute degli impianti elettrici in Italia” – Milano, 23 maggio 2025
Milano, 23 maggio 2025 – Si è tenuta oggi, presso l’Hyatt Centric Milan Centrale, la tavola rotonda organizzata da FME – Federazione Nazionale Grossisti Distributori Materiale Elettrico, dedicata a un tema cruciale ma troppo spesso trascurato: lo stato degli impianti elettrici nel nostro Paese.
L’evento ha visto la partecipazione di istituzioni, tecnici, rappresentanti dell’industria e stakeholder della filiera elettrica, con l’obiettivo di avviare un confronto sistemico su un tema centrale per la sicurezza, l’efficienza energetica e la transizione ecologica.
Ad aprire i lavori è stato Ezio Galli, Presidente di FME, affiancato dall’intervento istituzionale del Consigliere Regionale Giulio Gallera, che ha riconosciuto l’urgenza di affrontare l’adeguamento degli impianti elettrici come prerequisito per una vera transizione energetica: “La qualità degli impianti è un tema strategico. Dobbiamo affrontarlo con strumenti intelligenti e sostenibili, anche dal punto di vista economico.”
Secondo i dati presentati, oltre il 60% degli edifici italiani è stato costruito prima del 1980, molti dei quali non sono adeguati alle esigenze energetiche odierne. Il 30% degli incendi domestici ha origine elettrica, ma ancora oggi non esistono obblighi normativi stringenti per la manutenzione o il controllo periodico degli impianti nelle abitazioni.
Dai Vigili del Fuoco a IMQ, dagli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano a Prosiel, è emersa una visione condivisa: senza un’infrastruttura elettrica moderna, digitale e sicura, non c’è sostenibilità possibile.
Tra le proposte operative emerse dalla tavola rotonda:
- Censimento degli impianti elettrici
- Obblighi per gli amministratori di condominio
- Campagna nazionale di comunicazione pubblica
- Sistema di classificazione degli impianti
- Premialità/incentivi per imprese e cittadini
- Ruolo attivo delle assicurazioni
- Norme di formazione per progettisti e manutentori,
- Un piano nazionale di comunicazione sistemica
“Il settore impiantistico vale oltre 200 miliardi di euro, ma è ancora invisibile al legislatore. È ora di cambiare passo”, ha dichiarato Paolo Ferrari, Vicepresidente FME. “Serve un patto di filiera e un piano nazionale di comunicazione che coinvolga istituzioni, media e attori del mercato.”
In chiusura, Giulio Gallera ha espresso l’impegno del Consiglio Regionale Lombardia a portare il tema all’attenzione delle istituzioni: “Avvieremo un confronto con le associazioni per definire linee guida concrete. La sicurezza e il valore degli immobili passano anche dalla qualità degli impianti elettrici.”
FME rilancia dunque la sfida: rendere l’Italia un Paese elettricamente sicuro, moderno, consapevole ed evoluto, partendo dall’abitazione privata fino all’industria 5.0.
Ascolta i punti chiave del confronto
Dal cuore del dibattito alle sfide del futuro: scopri cosa è emerso dalla tavola rotonda FME su impianti, sicurezza e transizione energetica.